Visibilia ex Invisibilibus

Il visibile nasce dall’invisibile Siamo circondati dall’invisibile

La storia della nostra civiltà è visibilmente una ricerca del fare, il tentativo incessante dell’uomo di trascendere se stesso e conquistare capacità sempre maggiori di produrre, di comunicare, di viaggiare ed anche di distruggere. Parallelamente a questa storia, a livello più alto, nel mondo a noi invisibile delle idee, corre lo sviluppo dell’essere. Ogni conquista nel visibile, ogni incremento di capacità, è sempre anticipato da una conquista nell’essere, dall’allargamento di una capacità più generale dell’umanità senza la quale nessuna manifestazione è possibile nel concreto.

Il visibile è una proiezione dell’invisibile, esso ne dipende come l’ombra dipende, per dimensione e forma, dall’oggetto che la proietta. Tutto ciò che possiamo vedere, avvertire, toccare e sentire, gli oggetti materiali e l’intero business dell’esistenza, in tutta la sua varietà, non è che la proiezione di un mondo invisibile ai nostri sensi, verticale ad esso e che ne costituisce la causa.

Anche in un uomo, tutto quello che egli ha saputo costruire origina dalla sua invisibilità, dal suo “sogno”, e si manifesta esteriormente nella qualità della sua vita e nella natura degli eventi che lo toccano.

Un uomo potrebbe accidentalmente costruire un regno, potrebbe accumulare denaro, proprietà e castelli, ma il minimo crack nel suo “sogno” lo farebbe fallire.

Visibilia ex invisibilibus, il motto della Scuola, significa responsabilità interiore, significa che l’esterno può soltanto rivelare qualcosa che è già accaduto nel mondo delle idee, delle cause, nel mondo della creatività, del “sogno”.

Il visibile nasce dall’invisibile

Il suono nasce dal silenzio

Il movimento nasce dall’immobilità

Esiste una dimensione verticale a Flatland, verticale al piano della realtà sensibile, che è il mondo dell’invisibile. Visibilia ex Invisibilibus. Visibilia ex Invisibilibus.

E’ soltanto dagli inizi del secolo che la fisica quantistica ci ha svelato il vuoto immenso che regna fra le particelle elementari della materia, obbligandoci ad accettare il paradosso che l’intero universo è essenzialmente composto di vuoto e che il “quasi nulla” è la sostanza del reale.

L’evoluzione accelerata, esponenziale delle conoscenze scientifiche sfida i nostri schemi concettuali contraddicendo l’esperienza che ci viene dalla “realtà” quotidiana, così come ci è trasmessa dal nostro apparato sensorio. Fino a farci valutare concretamente la possibilità che gli stessi oggetti materiali e l’intero business dell’esistenza siano soltanto un’illusione in quel teatro che è la realtà e porci la domanda: che cosa c’è al di là del visibile?

Tutto ciò che possiamo vedere, avvertire, toccare e sentire, la realtà in tutta la sua varietà, non è altro che la proiezione di un mondo invisibile ai nostri sensi che esiste al di sopra del nostro mondo e ne costituisce la causa

In ogni epoca il cambiamento del clima intellettuale, come l’uso di strumenti più sofisticati, ne modificano continuamente i confini facendo rientrare porzioni sempre più vaste dell’invisibile di ieri tra i legittimi soggetti della ricerca scientifica di oggi.

Siamo circondati dall’invisibile

Questo è il momento storico in cui possiamo percepirlo più che in qualsiasi altra era dell’umanità. Sempre più parti dell’invisibilità di ieri entrano nella nostra vita e diventano parte del nostro mondo sensoriale. Dobbiamo credere che molte delle cose più concrete siano in realtà invisibili e impercepibili. le accettiamo meccanicamente senza portare nel profondo le conclusioni che esse implicano

Difficilmente ci rendiamo conto che viviamo in un mondo fatto di invisibilità, che noi stessi siamo invisibili. Tutti i nostri pensieri, emozioni, sentimenti, fantasie, immaginazioni, sogni, sono invisibili. E tutto ciò che appartiene alle nostre speranze, ambizioni, segreti, paure, dubbi, perplessità, incertezze e tutte le nostre sensazioni, desideri, attrazioni, avversioni, amori ed odi, sono invisibili Tutto ciò che in un uomo è importante, è invisibile

C’è una dimensione verticale nell’economia e nel business. Ciò significa che gli aspetti economici dipendono da cause derivanti da un ordine superiore.

Le attività dell’epoca arcaica erano ispirate da motivi religiosi a tal punto che il lavoro si trasformava in una liturgia divina, un meccanismo ripetitivo, garante di una società essenzialmente stabile.

Ancora oggi, condizioni di sottosviluppo che si manifestano in termini di ritualità e di stasi economica sono associate ad un’economia immersa in un sistema di valori morali arcaici. Sono l’altra faccia di un problema che nelle economie avanzate si manifesta in termini di patologia e di malattia sociale.

 

Lo sviluppo del Giappone moderno non può essere spiegato in termini puramente economici Un paese che è uscito distrutto dalla guerra, senza risorse naturali, tecnologicamente e socialmente arretrato, sovrappopolato e con l’handicap agli scambi internazionali di una lingua sconosciuta e di estrema complessità, come ha potuto raggiungere e superare in pochi decenni le economie più avanzate del mondo?

Lo sviluppo economico giapponese non può essere compreso senza considerare il suo sistema di valori, e primo tra questi il valore confuciano della lealtà, e le tradizioni legate all’economia del riso e alla figura del samurai.

Allo stesso modo, il capitalismo moderno nel mondo occidentale può essere compreso solo tenendo conto della rivoluzione portata dal calvinismo. Le stesse rivoluzionarie trasformazioni dell’economia tuttora in corso nell’ex Unione Sovietica sono il risultato di cambiamenti di proporzioni e intensità incredibili avvenuti prima nel sistema dei valori di quei paesi. Quando il Presidente Gorbaciov è stato ospite della ESE di Roma ed ha pronunciato la prolusione il linguaggio politico del Cremlino si era progressivamente trasformato al punto da introdurre nel suo lessico parole come “bontà”, “nobiltà”, “moralità”, “umanità” e perfino “misericordia”. Gorbacev, in uno storico invito all’occidente, il 1° dicembre 1989, pronunciò al cospetto delle grandi nazioni parole rivoluzionarie come “spiritualizzazione della vita”, e fece riferimento ai “valori eterni dell’uomo”. Queste parole, che sarebbero state impossibili da pronunciare solo pochi mesi prima, indicavano quanto gli effetti visibili della più grande rivoluzione del secondo novecento, con l’ammainamento della bandiera sul Cremlino e la caduta del muro, fossero in realtà l’effetto di un cambiamento invisibile già avvenuto nella psicologia e prima ancora nell’essere dei popoli. E’ questo cambiamento del pensare, del sentire, dell’essere che di lì a pochi mesi avrebbe determinato il rivoluzionario cambiamento dell’economia come della politica.

L’improvviso ha sempre bisogno di una lunga preparazione.

La realtà ha inviato i segni della sua trasformazione, ma solo pochi tra pochi sono stati in grado di percepirli e di prepararsi. Solo gli uomini più attenti, consapevoli della grande influenza del mondo dei valori sull’economia, sanno che i fatti economici vengono dopo, seguono. Essi, come ombre, sono la proiezione di una realtà di ordine più alto. Senza uomini con questa preparazione, con questa intelligenza del profondo rapporto esistente tra etica, valori morali, filosofie, religioni, idee ed economia noi saremo indietro. Indietro come civiltà, come nazioni e come organizzazioni.

La ricchezza di alcune nazioni e il sottosviluppo di altre non si spiegano con l’economia. C’è qualcosa nell’invisibilità di un paese, di un’organizzazione, di un uomo, nelle radici stesse del loro progetto, che spiega ciò che possiamo osservare nella loro vita.

Il visibile è prodotto dall’invisibile Come il progetto precede la realizzazione pratica. La ricchezza della loro economia, la maturità delle loro istituzioni e l’armonia della loro vita civile e politica non possono essere spiegate dall’economia.

L’economia senza una dimensione etica è come una camera oscura senza finestra. L’accesso al mondo delle idee è come aprire una finestra. Lascia entrare la luce, ma non è la fonte di quella luce. La fonte è il mondo delle idee che è come un sole che continua a splendere anche se la finestra rimane chiusa. Dietro l’etica, che cambia nello spazio e nel tempo, c’è il sole immutabile dell’Essere. Per entrare in questo mondo di idee, è necessario abbandonare la zavorra delle credenze di seconda mano e dei pregiudizi radicati nella nostra infanzia.

L’accesso al mondo delle soluzioni, del ‘sogno’ richiede di liberarsi di dubbi, paure, emozioni sgradevoli, concetti obsoleti, comportamenti meccanici.

Le università e le scuole di economia hanno dimenticato le leggi del benessere, le vie della ricchezza e non sanno più come preparare visionari pragmatici, uomini capaci di creare abbondanza e sostenerla. Gli economisti hanno dimenticato che dietro il patrimonio di un uomo, dietro la ricchezza di un paese, di una civiltà, c’è sempre un’idea, un modo di pensare, una filosofia che lo rappresenta.

Diventare ricchi è sempre la conseguenza di una coscienza di prosperità.

La convinzione che le risorse siano limitate, come ancora oggi pensano gli economisti classici di tutte le università di economia, è una profezia che si autoavvera e la causa stessa della povertà. In realtà non sono le risorse ad essere limitate, ma la psicologia dell’uomo che è stata educata a percepire tali limiti.

L’universo è ricco di risorse, è una cornucopia traboccante di tutto ciò che il vostro cuore può desiderare materialmente, mentalmente, emotivamente e spiritualmente. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno o che vogliamo è già qui per coloro che lo chiedono. Basta desiderarlo veramente, volerlo e crederci sinceramente e infine accettarlo.

Chi non percepisce il mondo come abbondante nutre il vecchio pregiudizio che la povertà sia inevitabile. Possiamo avere solo ciò di cui siamo responsabili Un’umanità illimitatamente responsabile disporrà di risorse illimitate.

L’arte di sognare, cioè l’arte di credere e di creare è la possibilità di elevare il nostro essere a un livello superiore di fare e di avere. È l’arte di armonizzare gli antagonisti apparenti e le avversità, in eventi di ordine superiore.

 

In occasione della cerimonia di apertura dell’anno accademico (1997-1998) dell’ESE, dove il relatore principale e ospite d’onore è stato l’economista John Forbes Nash, premio Nobel e uno dei geni della matematica del nostro tempo, l’incipit dell'”invitation card” annunciava: “L’università deve fornire un sistema vitale di idee in grado di interpretare il mondo e di offrire un quadro generale della condizione dell’uomo e della sua possibile evoluzione”. Un’università deve preparare le cellule di una nuova umanità, individui con un’etica oggettiva: uomini visionari, utopisti pragmatici con il sogno di un’economia globale e la responsabilità di una politica di respiro planetario.

ESE crede nell’individuo ed è orgogliosa di preparare una nuova generazione di imprenditori e manager, leader impeccabili con una psicologia completa e matura, capaci di armonizzare gli antagonisti apparenti di sempre: economia ed etica, azione e contemplazione, potere finanziario e amore. Dotati di un sesto senso: l’intuizione e un settimo senso: “il sogno”.