Refugee cities

In un prossimo futuro, le istituzioni che oggi consideriamo filantropiche e le bande bassotti che ora impunemente operano camuffati da benefattori saranno messi fuorilegge. Una società più evoluta riconoscerà il loro distorto altruismo, la loro filantropia deviata, e li considererà responsabili nel diffondere e perpetuare malattia e povertà”.

Elio D’Anna

 

Un’inflazione di benefattori

Osservando la vastità del fenomeno del volontariato e la proliferazione degli enti umanitari e assistenziali, puntualmente corredati di numeri di conti correnti e profferte ai donatori, parrebbe che il pianeta si sia finalmente popolato di angeli. Ma la stessa quantità, l’inflazione, potremmo dire, di benefattori è sospetta.

 

Il volontariato in Italia

In Italia è difficilmente quantificabile per la sua natura di aiuto spontaneo e senza fini di lucro. È imponente il numero delle persone che coinvolge e le ore che i volontari attivi dedicano ogni settimana alla loro missione.

Circa un italiano adulto su dieci è impegnato nel volontariato, dedicandosi a chi ha bisogno di sostegno e assistenza.

 

‘Profugopoli’

Purtroppo basta scavare in profondità per scoprire ciò che si nasconde dietro il corollario di buonismo, assistenzialismo, beneficenza e filantropia pelosa.

Lauti stipendi, viaggi turistici, ristoranti ed auto di lusso sono solo la punta di un iceberg che coinvolge organizzazioni, programmi e fondi pseudo-assistenziali, dediti agli aiuti umanitari.

Mario Giordano fa luce con il suo libro ‘Profugopoli’ su uno dei casi più emblematici, della involuzione dell’azione umanitaria. La gestione degli aiuti per i profughi siriani fuggiti da una guerra fratricida e la vera storia delle responsabilità tra politici, deputati e senatori, prefetti e sindacalisti. Ma è solo una delle storie nel mare magnum dell’essiccamento e dell’inquinamento dei valori della benevolenza e della carità, del fraintendimento più inverosimile dell’umanitarismo e del fare per gli altri.

 

Dietro suffragisti e salvation armies, dietro aiuti medici, farmaceutici e soccorsi alimentari, c’è la criminalità più efferata e la più intensa delle attività contro l’uomo…

Chi non ha sconfitto in sé la menzogna, chi non è consapevole della propria falsità, della divisione dagli altri, non può fare niente per nessuno. Templi scientifici ed organizzazioni umanitarie, laboratori farmaceutici ed industrie alimentari, sette benefiche e fondi mondiali paludati di austera magnanimità, anch’essi alimentano e sono alimentati dall’economia del disastro. Dietro i loro messaggi di generosità e lo sbandieramento di eroiche mission si cela  una lealtà alla morte a tutta prova e la più intensa e devota delle attività al suo servizio.

“Anche l’acqua ha un sapore amaro nella bocca di un ammalato e la più straordinaria delle virtù curva e degrada nelle mani di un’umanità inconsapevole della conflittualità e della divisione che si porta dentro. Milioni di uomini ogni anno in tutto il mondo si arruolano tra i pacifisti a oltranza, vanno ad ingrossare le file di tutte le Salvation Army del pianeta, diventano apostoli dell’umanitarismo, propugnatori della non violenza, senza sapere di essere essi stessi violenti e, inconsciamente, i propagatori di povertà, lotte e contrapposizioni. La caratteristica psicologica fondamentale della specie umana è la menzogna.

“L’uomo così com’è crea istituzioni benefiche, organizzazioni umanitarie, movimenti filantropici che sono il riflesso incarnato della sua falsità, della sua degradazione… Altruismo, umanitarismo, filantropia, diventano modi per nascondere a se stessi la propria violenza, sono la forma che in alcuni prende la propria separazione, la distanza dagli altri. La benevolenza, la generosità, l’amore, degradano e si materializzano in un animo elemosinante, nel fraintendimento più totale del vero senso di ‘fare per gli altri’, nella degenerazione ultima e più estrema della carità cristiana”.

Elio D’Anna